21 marzo 2018

Libero arbitrio: paradossi e nuove prospettive. L'esperimento mentale di centomila ripetizioni di una scelta








ATTENZIONE!: Il testo contenuto in questo post (scaricabile con il link qui sotto) NON corrisponde più alla posizione che ritengo valida sul libero arbitrio; attualmente sono in fase di studio ed elaborazione di un nuovo testo, con una nuova impostazione e nuove tesi. Mantengo il testo qui contenuto solo come testimonianza del percorso da me attraversato nell'affrontare il tema. 








3 1. Introduzione
9 2. Il libero arbitrio come problema metafisico: alcune tesi di Emanuele Severino.
11  3. Analisi di un caso
13  4. Esperimenti mentali con la Macchina del Libero Arbitrio
15  5. Primo esito estremo degli esperimenti: negazione della contingenza. Resta l’autodeterminazione?
16  6. Secondo esito estremo: conferma della contingenza, ma si perde l’autodeterminazione.
17  7. Esiti moderati, con prevalenza della motivazione emotiva: il concetto di “libertà relativa”.
18  8. Esiti moderati, con prevalenza di motivazioni razionali: esiste un grado massimo di libertà?
19  9. Ricostruzione del concetto di libertà e ipotesi metafisica per la soluzione del problema
24  10. L’orientamento morale e la libertà come presupposto della democrazia. Il grado di libertà come funzione del valore morale
30    Note
35 Bibliografia

18 marzo 2018

Lettera aperta a Varzi e D’Agostini sul senso o nonsenso del tutto








[sugli argomenti di questo post avevo già scritto Contro l'infinito, e prima ancora Il paradosso della Biblioteca di Babele]

Cari,
tento ancora di stimolare una discussione fra voi due (che lo facciate attraverso di me è secondario).

Qualcosa che di fatto è conoscibile in alcune sue singole parti (cioè la realtà), può invece essere in linea di principio inconoscibile nell’insieme? Sembra più ragionevole credere che possa essere conoscibile anche nell’insieme, se non altro perché altrimenti dovrebbe essere composto di parti isolate fra loro. Quindi è ragionevole credere che il tutto sia in linea di principio conoscibile. Può una cosa conoscibile essere priva di senso?? Se è conoscibile deve avere una struttura, un ordine... deve quindi avere senso.
Potremmo però trovarci in questa situazione: siamo dentro una singola parte del tutto, questa parte è conoscibile, è sensata, ma è isolata dalle altre parti del tutto, e queste parti sono infinite, attualmente infinite.
Quello che ho adesso descritto è l’universo di D.K.Lewis: infinito e privo di senso. O l’universo è come quello di Lewis, oppure è finito e sensato . Potrebbe essere sensato in ogni singola parte ma essere attualmente infinito, e quindi insensato nell’insieme?

Chiedo lumi a voi due. Se rispondete usate il “rispondi a tutti”, in modo che possa leggere io, ma anche l’altro ...